Addio blocco del conto corrente in caso di morte

21 Maggio 2021
dott. Enrico Nicola Calvanese

Innovativa sentenza della Cassazione in materia di conti correnti. Secondo la Corte, è illegittimo il comportamento della banca che impedisce al cointestatario del conto corrente a firma disgiunta di prelevare anche l’intera giacenza alla morte dell’altro titolare. E ciò perché la situazione che si viene a verificare in caso di conto corrente cointestato a firma disgiunta è una “solidarietà attiva”: in altre parole, ciascun cointestatario può esigere dal debitore (la banca) l’intera prestazione. Tutto ciò si riassume con un’unica considerazione: addio blocco del conto corrente in caso di morte di uno dei due cointestatari.

Come noto, il testo unico delle imposte di successione vieta di pagare agli eredi i debiti dovuti al defunto, o di restituire ad essi le cose di proprietà di quest’ultimo, se prima non viene presentata la dichiarazione di successione. Ragion per cui la banca, prima di consentire il prelievo delle somme giacenti sul conto del defunto, esige una copia della dichiarazione di successione.

Tale prassi viene seguita anche nel caso di conto corrente cointestato. Il che determina, non poche volte, un grave pregiudizio nei confronti del cointestatario che riceve, sul conto in questione, la propria pensione o gli altri redditi necessari alla sopravvivenza. Il blocco del conto gli impedisce infatti di poter prelevare qualsiasi importo fino a quando non viene completata la dichiarazione di successione.

Con l’ordinanza citata in apertura [1] la Cassazione censura in modo aperto tale operato delle banche: l’istituto di credito – sostiene la Suprema Corte, richiamandosi a un similare precedente del 2002 [2]  – deve sempre consentire al cointestatario del conto cointestato a firma disgiunta il prelievo, anche se si tratta dell’intera giacenza presente. Il blocco del conto corrente è illegittimo in tali ipotesi.

La Cassazione ha stabilito che, nel caso in cui il deposito bancario sia intestato a più persone con facoltà per le medesime di compiere operazioni, attive e passive, anche disgiuntamente, si realizza una solidarietà dal lato attivo dell’obbligazione che sopravvive alla morte di uno dei contitolari; sicché, il contitolare ha diritto di chiedere, anche dopo la morte dell’altro, l’adempimento dell’intero saldo del libretto di deposito a risparmio o del conto corrente. L’adempimento così conseguito libera la banca verso gli eredi dell’altro contitolare che non potranno recriminare nulla contro l’istituto di credito, né chiamarlo a rispondere delle somme sottratte dal cointestatario.

La Cassazione ha anche ulteriormente evidenziato come costituisce uno specifico obbligo della banca, scaturente dalla disciplina del contratto bancario, quello di permettere al singolo cointestatario, anche dopo la morte dell’altro titolare del rapporto, di poter pienamente disporre delle somme depositate, ferma restando la necessità di dover verificare la correttezza di tale attività nell’ambito dei rapporti interni tra colui che abbia prelevato e gli eredi del cointestatario deceduto.

Ricordiamo che, in caso di cointestazione del conto corrente, a cadere in successione è solo il 50% della giacenza: importo che il cointestatario che abbia prelevato l’intera somma è tenuto a restituire agli altri eredi. Se questi ultimi non dovessero quindi ricevere quanto loro spettante, potrebbero agire solo nei confronti del cointestatario e non della banca. 

Fonte:Addio blocco del conto corrente in caso di morte (laleggepertutti.it)